TRACCE DI SE' - di Roberta Giudetti
- Sono in ordine questi libri?
- Il primo è quello sugli scacchi… sai, il mio metodo. Il secondo è quello sulla poesia visiva e il terzo è il mio giardino dei segni.
- C’è la tua vita in questi libri… no, volevo dire una piccola parte della tua vita. E Mappaluna ?
- Non potevo mettere tutto quello che ho fatto…
- Certo… ma… non hai messo le dimensioni delle tele…
- E’ vero, ora che mi ci fai pensare tu… ma potrei aggiungere questi dati. Questo lavoro in fondo è un work in progress…
Sorrido. In questi libri c’è profumo d’Oriente, una delle grandi passioni di Marisa, ma c’è molto di più. E molto di meno. C’è il piacere di raccontarsi, di farsi scoprire, ma poco alla volta. Dai primi passi. E mai fino in fondo. Ci vorrebbero almeno 20 di questi libri per scoprire tutti gli aspetti e gli anfratti di Marisa, tutte le sue passioni. Marisa artista, pittrice, poetessa delle immagini. Marisa donna, moglie, mamma, nonna, amica. Marisa lettrice, finestra aperta sulla corrente.
Ma nella scatola di cartone ondulato, questo c’è. Tre piccoli scrigni da aprire. Frammenti e tracce di lei. E come scrive C. Pincola Estés “In ogni frammento di una storia si trova la forma dell’intera storia. Le storie mettono in moto la vita interiore”.
Per qualche bizzarro motivo, mi viene spontaneo cominciare dalla fine, dall’ultimo scrigno. Il giardino dei segni. Perché ognuno di noi è una casa, bella o brutta, vecchia o nuova, modesta o lussuosa, arredata modernamente o in modo classico: l’importante è che sia accogliente. Intorno alla nostra casa, attorno a noi, c’è il nostro giardino, quel luogo fatto di fiori e piante sapientemente interrate: affetti, tasselli, briciole di noi che seminiamo e coltiviamo proprio per attirare l’altro da noi, per invitarlo ad entrare nella nostra casa. Segni, appunto, che rimandano a qualcosa che ci sarà. Vieni, entra: se fuori c’è tutto questo, e se questo ti piace, devi sapere che è solo un cenno, è solo un indizio di quello che troverai dentro. Dentro c’è tutta la musica che ho ascoltato, i libri che ho letto, la poesia che ho recitato, le danze che ho improvvisato, i colori e i paesaggi che ho ammirato, le voci che ho percepito. L’amore che ho donato e ho ricevuto.
Marisa ci descrive il suo giardino da attraversare per poter entrare nella sua casa. Dove per prima cosa siamo invitati ad osservare Storie di scacchi. Ogni casa, per essere solida e non crollare deve avere una struttura, ovvero un metodo. Il suo metodo Marisa l’ha intuito grazie ad una partita a scacchi, grazie alla mossa del cavallo, ovvero quel salto mentale che ci permette di trovare soluzioni e tracciare un percorso immaginario. Ed ecco il secondo scrigno, Il testo poetico come immagine. Quel percorso che siamo invitati ad ammirare nella sua interpretazione visiva di poesie di grandi autori. Laddove dietro ogni parola risuona nella memoria la voce di un grande poeta e Marisa ci indica quale potrebbe essere una delle possibili strade per trovare l’immagine che si nasconde dietro quella parola.
Tre piccoli libri, tre piccoli scrigni, alcune tracce di sé. Un’autobiografia in crescendo. In attesa del prossimo capitolo.